Senza pudori ma sincera al massimo, col cuore in mano per due ore e mezzo di spettacolo. Ornella Vanoni si mette a nudo e racconta la sua vita in “Un filo di trucco, un filo di tacco… l’ultimo tour”. La tappa milanese al Teatro dal Verme di Milano era sold out da tempo. Applausi e standing ovation al termine dello show in bilico tra teatro e canzoni. A grande richiesta una nuova tappa a Milano l’11 giugno al Teatro Franco Parenti.
E il ritorno al teatro per Ornella Vanoni è stato anche un omaggio a Giorgio Strehler, il geniale regista che la vide in mezzo a tanti, eleggendola poi sua musa. “Quando ero ragazza e dovevo uscire – ha raccontato Ornella Vanoni – mia madre non la smetteva di ripetermi, sino allo sfinimento, Ricordati sempre: un filo di trucco e un filo di tacco!, una raccomandazione che mi è rimasta impressa nella mente sino ad oggi. Povera mamma: certe volte esco in tuta e tutta spettinata. Sento che me lo dice anche oggi che non c’è più”.
Il concerto – scritto da Ornella Vanoni con Federica Di Rosa- si snoda lungo 26 canzoni, scelte dal repertorio classico della cantante e dall’ultimo (bel) disco “Meticci”. Anche questo disco è l’ultimo della carriera della Vanoni che ha più volte affermato di non volerne fare altri perché “non si vendono più”. Ad aprire la scaletta “Musica Musica” con l’apparizione di Ornella sul palco che spiega al pubblico del perché ci sia una scenografia spoglia. In realtà un grande megaschermo alle spalla ha accompagnato le musiche con belle immagini scenografiche ideate da Giuseppe Ragazzini. Poi via via il racconto continua toccando l’amore (“L’appuntamento”, “Una ragione di più”, “Non andare via”, “Perduto”) per poi arrivare al capitolo doloroso della depressione, la malattia di cui ha sofferto l’artista per anni per poi esorcizzarla con “Tristezza”.
La seconda parte dello spettacolo è stata aperta da “Vai Valentina”, il singolo dell’ultimo disco “Meticci” e il medley omaggio al suo Brasile con “Poeta mio poeta” e “La voglia e la pazzia”. La chiusura efficace è “Domani è un altro giorno” con la presenza della piccola cagnolina della cantante, Why, che saltellava felice attorno alla padrona mentre riceveva standing ovation e applausi commossi dalla platea. Impeccabile la band formata da: Eduardo Hebling (basso e contrabbasso), Paolo Vianello (pianoforte e tastiere), Placido Salamone (chitarra) e Eric Cisbani (batteria e percussioni). Insomma un bellissimo spettacolo d’addio per una delle interpreti più intense e sincere della musica italiana che è riuscita, nella notte milanese, a toccare le corde delle emozioni.
Allestimenti e tecnologie: SPRAY RECORDS.